Ne esistono ben tre, l’ultimo è il vaccino nonavalente, disponibile in Italia dal febbraio 2017.
I vaccini per la prevenzione dell’HPV disponibili in Italia sono tre:
Il vaccino nonavalente è particolarmente efficace nei maschi, nelle donne adulte e nelle donne già trattate per lesioni precancerose correlate all’HPV in quanto estende l’immunità alla quasi totalità dei papillomavirus coinvolti.
I vaccini anti-HPV sono immunogeni, efficaci, sicuri e ben tollerati fino ai 45 anni, sebbene esplichino la maggiore efficacia prima dell’inizio dell’attività sessuale.
È importante che i ragazzi si vaccinino in giovanissima età perché la risposta del sistema immunitario - e quindi la produzione degli anticorpi protettivi - è maggiore di quella osservata nelle persone più grandi. Considerato, inoltre, che il vaccino anti HPV è uno strumento di prevenzione e per agire con la massima efficacia deve essere effettuato prima dell’esposizione al virus HPV, è consigliabile vaccinarsi prima dell’inizio dell’attività sessuale. Il vaccino si è comunque dimostrato efficace anche in uomini e donne sessualmente attivi. Pertanto, aver già iniziato l’attività sessuale non è una controindicazione alla vaccinazione anti HPV, ma vaccinandosi prima il beneficio è massimo.
I vaccini anti HPV, e in particolare l’ultimo nato, il vaccino anti HPV nonavalente, somministrati prima dell’esposizione al virus HPV, prevengono le lesioni genitali precancerose e quindi riducono notevolmente la possibilità futura di sviluppare una neoplasia maligna.
Dal febbraio 2017 , è disponibile in Italia il vaccino nona-valente che offre una copertura più allargata, verso i 9 tipi di Papilloma virus più pericolosi per le donne e per gli uomini. Il vaccino nona-valente viene somministrato entro i 14 anni secondo un programma che prevede 2 dosi. La seconda dose va somministrata tra i 5 e i 13 mesi dopo la prima dose. Da 15 anni di età in su, chi si vaccina può seguire un programma a 3 dosi (0, 2 e 6 mesi). La seconda dose va somministrata almeno un mese dopo la prima dose e la terza dose almeno tre mesi dopo la seconda. Tutte tre le dosi devono essere somministrate entro un periodo di 1 anno.
Milioni di persone sono già state vaccinate contro l’HPV e il profilo di sicurezza dei vaccini è buono. La maggior parte delle reazioni sono reazioni locali e lievi (rossore, dolenzia nel punto dell’iniezione), dolori muscolari o articolari ovvero tutte manifestazioni transitorie e comuni a gran parte dei vaccini. Il rapporto rischio/beneficio è notevolmente a favore dei benefici per la salute futura nelle donne positive allo screening per l’HPV.
La notizia di una possibile associazione tra vaccini e autismo è del tutto priva di fondamento tanto che il medico inglese che ha fatto circolare tale ipotesi è stato radiato dal Royal College (il prestigioso Ordine dei Medici Inglesi) a causa della documentata (e ammessa dallo stesso medico) falsificazione dei dati al solo scopo di acquisire notorietà! Affidatevi sempre a fonti certe quando cercate notizie online e ancora meglio chiedete al vostro ginecologo.
Il vaccino anti-HPV 9-valente è un vaccino anti-papillomavirus unico nel suo genere. Il vaccino 9-valente offre la possibilità di ampliare la prevenzione vaccinale anti HPV, consentendo una più ampia protezione contro le malattie HPV-correlate, in entrambi i sessi.
Ad oggi, è il vaccino anti HPV umano con la più ampia copertura: non esiste alcun altro vaccino che protegga da 9 tipi di HPV (6, 11, 16, 18, 31, 33, 45, 52 e 58).
Il vaccino anti-HPV 9-valente rappresenta il migliore strumento di prevenzione ad oggi disponibile per la patologia HPV-correlata in entrambi i sessi: la sua implementazione è in linea con il nuovo obiettivo di Sanità Pubblica per la vaccinazione anti-HPV di offrire agli adolescenti di entrambi i sessi la massima protezione da tutte le patologie HPV-correlate direttamente prevenibili con la vaccinazione, così come espresso nel nuovo Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale 2017-2019.
La vaccinazione allargata con il nuovo vaccino anti-HPV 9-valente consentirà di prevenire in entrambi i sessi lo sviluppo di tumori e lesioni precancerose del collo dell'utero, della vulva, della vagina, dell'ano e le lesioni anogenitali benigne esterne (condilomi acuminati) causate dai 9 tipi di HPV presenti nel vaccino. Il vaccino 9-valente ha dimostrato, nei numerosi studi effettuati nel corso dello sviluppo clinico, un'efficacia clinica che va dal 96 al 100% nella prevenzione di tali lesioni. La protezione del vaccino 9-valente porterà un vantaggio sostanziale in termini di riduzione delle patologie HPV-correlate.
Anche se giovanissima, sta programmando di avere un bambino. Può fare il nuovo vaccino o è meglio aspettare?
Le persone che in precedenza si sono vaccinate con un regime a 3 dosi di vaccino HPV tipi 6, 11, 16 e 18 devono comunque ricevere 3 dosi di vaccino nona-valente per ottenere la corrispondente copertura vaccinale contro i Papillomavirus.
Il nuovo vaccino 9-avalente ha un valore aggiunto perché garantisce da 9 sierotipi di HPV.
UNA DONNA IN ETA’ FERTILE COME DEVE COMPORTARSI?
Chi ha già uno o più figli può ri-vaccinarsi senza problemi, non è invece opportuno farlo durante la gravidanza, come probabilmente le avrà già detto il ginecologo, perché per ovvie ragioni etiche non si dispone di dati di ricerca sui possibili rischi delle vaccinazioni in gravidanza sebbene gli effetti evidenziati negli studi finora condotti sugli animali non abbiamo indicato alcuna azione pericolosa diretta o indiretta nei confronti della futura madre in attesa, dello sviluppo dell’embrione e del feto, del parto o dello sviluppo post-natale del neonato. Una volta partorito, anche la donna che allatta può richiedere il vaccino nona-valente per un’adeguata copertura anti-HPV.
Per un’informazione completa è bene rammentare che anche i maschi dovrebbero vaccinarsi. Il vaccino nona-valente li protegge da alcuni gravi tipi di tumore che colpiscono ano e pene. In più, la vaccinazione consente di ridurre la circolazione del virus e la trasmissione ai soggetti non vaccinati (effetto gregge o effetto indiretto) e ciò riduce il rischio generale di infezione della coppia e di tutti i partner coinvolti. Gli stessi vantaggi valgono per gli omosessuali, soprattutto considerando che il virus può trasmettersi anche solo per contatto delle aree genitali.
Un’ottima scelta. La vaccinazione anti HPV è sicura e duratura nel tempo. I dati fino ad ora disponibili mostrano come sia il vaccino bivalente che il quadrivalente siano in grado di conferire una protezione al momento superiore ai 10 anni. Questo dato di recente è stato ulteriormente confermato per il vaccino quadrivalente in tutti i gruppi di età, sia maschi che femmine fino ai 45 anni.
Chi ha già uno o più figli può ri-vaccinarsi senza problemi, non è invece opportuno farlo durante la gravidanza, come probabilmente le avrà già detto il ginecologo, perché per ovvie ragioni etiche non si dispone di dati di ricerca sui possibili rischi delle vaccinazioni in gravidanza sebbene gli effetti evidenziati negli studi finora condotti sugli animali non abbiamo indicato alcuna azione pericolosa diretta o indiretta nei confronti della futura madre in attesa, dello sviluppo dell’embrione e del feto, del parto o dello sviluppo post-natale del neonato. Una volta partorito, anche la donna che allatta può richiedere il vaccino nona-valente per un’adeguata copertura anti-HPV.
Per un’informazione completa è bene rammentare che anche i maschi dovrebbero vaccinarsi. Il vaccino nona-valente li protegge da alcuni gravi tipi di tumore che colpiscono ano e pene. In più, la vaccinazione consente di ridurre la circolazione del virus e la trasmissione ai soggetti non vaccinati (effetto gregge o effetto indiretto) e ciò riduce il rischio generale di infezione della coppia e di tutti i partner coinvolti. Gli stessi vantaggi valgono per gli omosessuali, soprattutto considerando che il virus può trasmettersi anche solo per contatto delle aree genitali. Il vaccino interrompe la circolazione del virus e la catena di contaminazione virale.
Il vaccino anti-HPV 9-valente svolge la sua maggiore efficacia se somministrato prima dell’inizio dell’attività sessuale, tuttavia la sua copertura protettiva si mantiene elevata fino ai 45 anni di età quindi fino a quell’età può essere utile vaccinarsi.
È importante ricordare che per la donna adulta sessualmente attiva esiste sempre il rischio di contagio da parte di ceppi di HPV oncogeni non ancora acquisiti. È bene sapere che anche utilizzando il preservativo non si è completamente protette dall'infezione HPV perché il virus si può contrarre anche da parti corporee
che rimangono comunque esposte e non protette, come le labbra, lo scroto, il perineo.
Altrettanto importante per noi donne è capire l’importanza di sottoporsi allo screening fino ai 65 anni, anche se sessualmente inattive con l’età matura (es. vedove, divorziate), considerato che il virus ha una latenza di molti anni.
Il medico le ha consigliato di vaccinarsi ma perché?
È bene rassicurare la zia, quello del suo medico è un buon suggerimento soprattutto per tenere sotto controllo le possibili recidive e vivere un po’ più serena. Il vaccino anti HPV non ha un effetto terapeutico ma riduce notevolmente (anche se non lo elimina del tutto) il rischio che l’infezione si ripresenti. L’obiettivo primario della vaccinazione rimane quello di mantenere sana una donna sana, e non curare una donna malata.
Tutti i tre tipi di vaccini per la prevenzione dell’infezione da HPV sono sicuri perché non contengono il materiale genetico virale. Anche il vaccino novavalente non fa eccezione: non contiene particelle di virus, né attenuate né uccise: è composto da una proteina creata in laboratorio (VLP = Virus Like Protein) a quella normalmente presente sul “cappello” del virus. Il sistema di difesa immunitario dell’ospite la riconosce e si immunizza nei confronti del virus portatore di questo “cappello”, producendo anticorpi specifici contro il tipo di virus specifico, neutralizzandone l’azione a tutti i livelli. Nel vaccino anti-HPV sono, inoltre, presenti sostanze cosiddette “adiuvanti” che hanno lo scopo di potenziare l’effetto della risposta del sistema immunitario. In questo modo si può usare una piccolissima quantità di vaccino ottenendo una grande risposta di difesa immunitaria anche da parte delle cellule dell’apparato genitale.
In caso quindi di esposizione naturale al virus, il sistema immunitario dei soggetti vaccinati non si trova spiazzato ma è in grado di reagire subito e di produrre molto più rapidamente gli anticorpi specifici che neutralizzano i tipi di virus HPV inclusi nel vaccino somministrato. La vaccinazione è una scelta lungimirante.
La somministrazione del vaccino anti-HPV può in rari casi provocare febbre, dolore, gonfiore e arrossamento nella sede dell’iniezione. Qualche volta mal di testa e dolori muscolari. Sono tutti effetti transitori e di breve durata, non c’è da preoccuparsi.
Ebbene si, la vaccinazione anti-HPV è molto utile anche per i maschietti. Se non lo sapevi, adesso lo sai, spargi la voce tra i tuoi amici. È importante esserne consapevoli e sapere perché è utile farlo. L’HPV si trasmette tra maschi e femmine: il maschio, pertanto, oltre a contribuire alla diffusione del virus, può essere lui stesso affetto da malattie causate dall’HPV, e quindi beneficia della protezione indotta dalla vaccinazione. Inoltre, a differenza del tumore della cervice
uterina (collo dell’utero), per i tumori da HPV che colpiscono il sesso maschile non esistono programmi di screening organizzati e finalizzati alla diagnosi precoce come per le donne: questi tumori sono spesso diagnosticati in una fase avanzata e associati a un’alta mortalità.
Il nuovo vaccino nonavalente è particolarmente efficace nei maschi perché li protegge da alcuni gravi tipi di tumore che colpiscono anche gli uomini, come il tumore dell’ano e il tumore del pene. Gli Esperti hanno stimato che la vaccinazione offre una copertura nel 90-95% dei tumori anali.
Il vaccino contro il Papillomavirus protegge anche dai condilomi (creste di gallo) che sono verruche genitali molto fastidiose che possono colpire sia maschi che femmine.
La vaccinazione anti-HPV, inoltre, garantisce un minore circolazione del virus HPV (effetto gregge) che, a sua volta, concorre a ridurre il rischio generale di infezione da Papillomavirus per tutti i soggetti.
È vero? A chi è consigliata in Italia?
È vero, il nuovo Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale 2017-2019 ha inserito la vaccinazione anti HPV nel calendario vaccinale per tutti gli adolescenti di sesso femminile e maschile, da effettuarsi nel corso del 12° anno di età (11 anni compiuti). La recente pubblicazione, da parte dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) del rapporto sulle presunte reazioni avverse dopo la vaccinazione dimostra che – per quanto riguarda i vaccini anti HPV, i dati sono in linea con quelli di tutti gli altri vaccini e smentiscono in modo chiaro e decisivo l’ingiustificato catastrofismo che deriva da un pregiudizio – oggi ritenuto scientificamente inaccettabile - sui vaccini in generale.
La strategia di includere anche i maschi nelle campagne vaccinali ha la funzione di ridurre la circolazione del virus (herd-effect) e la trasmissione dell’infezione del Papilloma virus tra i due sessi ma – soprattutto – di contrastare il manifestarsi di numerose e spesso gravi patologie correlate all’HPV che colpiscono anche gli uomini.
I genitori hanno l’obbligo di garantire la migliore protezione nei confronti di malattie per la cui prevenzione sono disponibili vaccini efficaci e sicuri, attenendosi al Calendario vaccinale nazionale approvato dal Ministero della Salute. Allo stesso tempo, i genitori devono rispettare le vigenti leggi che prevedono le vaccinazioni obbligatorie.
I medici hanno l’obbligo di attenersi al codice deontologico e, per quelli dipendenti da pubbliche amministrazioni, di promuovere attivamente le vaccinazioni inserite nel Calendario vaccinale nazionale approvato dal Ministero della Salute. Hanno, altresì, l’obbligo di informare correttamente i genitori su rischi e benefici della vaccinazione e della mancata vaccinazione.
L’unica controindicazione alla somministrazione del vaccino anti-HPV 9-valente è l’ipersensibilità a uno o più dei principi attivi o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati nella scheda tecnica.
La vaccinazione deve essere rimandata nei soggetti affetti da malattie febbrili acute gravi. Tuttavia, la presenza di un'infezione minore, come una lieve infezione del tratto respiratorio superiore o febbre bassa, non è una controindicazione all'esecuzione del vaccino (immunizzazione).